Chi ci segue da tempo saprà che su questo blog si è parlato già di Marketing Non convenzionale, in particolare di Guerrilla e di Street.
Giusto qualche giorno fa mi sono imbattuta in una vecchia campagna di Ambush Marketing, una di quelle che ti fa subito pensare al concetto di Old but Gold.
Ma proviamo a precisare di cosa stiamo parlando 🙂
Ambush marketing è l’espressione comunemente usata nel mondo anglosassone in ipotesi di associazione indebita (non autorizzata) di un brand ad un evento mediatico; ossia quando lo stesso non appartenga ad uno degli sponsor ufficiali (Wikipedia).
Il concetto di Ambush, imboscata appunto, non preannuncia nulla di buono. Questa infatti non è altro che una forma (scorretta) di fare Marketing in cui si punta ad appropriarsi di spazi, comprati legalmente da altri sponsor, in maniera illegale. Si tratta di rubare, nel vero senso della parola, la scena a chi quello spazio l’ha comprato onestamente. Questa particolare forma pubblicitaria viene messa in pratica in particolare durante grandi eventi mediatici, come fiere, mondiali e olimpiadi. I grandi Brand in tale occasione sono disposti a pagare grandi somme di denaro per accaparrarsi il titolo di sponsor ufficiale.
Il palcoscenico preferito per operazioni di Ambush Marketing è il Super bowl pertanto se da un lato alcuni brand sono disposti a spendere cifre mozzafiato, altri tentano di tendere un’imboscata in diversi modi e a costo zero.
Tipologie diverse di Ambush
1. Ambush marketing diretto: in cui un’azienda tenta di agganciarsi in modo parassitario ad altri brand che hanno acquistato lo spazio pubblicitario. Un esempio può essere dato da Rona, un importante rivenditore e distributore canadese di hardware, materiali da costruzione e prodotti per la ristrutturazione della casa, ha realizzato una fantastica campagna di Ambush Marketing. Questa azienda ha un programma di riciclo della vernice e la campagna riguardava questo programma.
A Montreal Rona notò un cartellone pubblicitario di Apple, una pubblicità per il nuovo iPod Nano mostrato su uno striscione colorato lungo la strada. C’erano nove iPod Nano su, in diversi colori sorprendenti: grigio, nero, viola, blu, verde, giallo, arancione, rosso e rosa. I colori gocciolavano, come la vernice, dal fondo degli iPod. Dopo aver visto l’annuncio, la società ha avuto l’idea fantastica di utilizzare questo cartellone per creare un annuncio creativo per se stessi, quindi hanno deciso di appendere un cartellone sotto gli Apple con esattamente gli stessi colori che gocciolano nei secchi di vernice con la scritta sottostante: “Ricicliamo la vernice rimanente”.
2. Ambush Marketing indiretto: sfruttare l’attenzione mediatica attivando strategie promozionali. Un celebre caso è dato dallo scontro Samsung ed Apple. Samsung ha approfittato dell’uscita dell’Iphone 4S e ha creato dei negozi temporanei accanto agli store Apple vendendo il il Galaxy S II a 2$ invece che per gli 850 previsti da listino.
3. Ambush Marketing accidentale in cui non si vuole sfruttare lo spazio pubblicitario altrui ma si raggiunge comunque una posizione di rilievo rispetto al competitors. Un caso eclatante di Ambush Marketing accidentale è quello delle scarpe dorate Nike indossate da Michael Johnson nonostante ad essere lo sponsor ufficiale fosse Reebok.
Arrivato a questo punto ti starai chiedendo cosa ci sia di buono in una campagna di Ambush Marketing. Questo particolare modo di fare marketing non è molto amato da chi si occupa di pubblicità ma è impossibile non ammettere che la flessibilità e ricchezza creativa che offre è altissima. Proprio perché sfruttano spazi e campagne altrui le campagne di agguato devono essere fortemente creative. Questo include tutto, dall’inganno visivo al gioco di parole spiritoso e proprio per ciò è destinato ad essere più memorabile rispetto ad una normale campagna.
Cosa ne pensi dell’Ambush Marketing? Ti è mai capitato di vedere una campagna dal vivo?
Dicci la tua 🙂
Laureata in Comunicazione e Culture dei Media all’Università di Torino. Maratoneta di serie tv, affezionata al cinema, nel tempo libero mi dedico alla cucina e ai viaggi. Classicista nell’animo, Digital nel quotidiano. Sono fortemente appassionata di Storytelling e attraverso esso racconto le imprese sul Web.
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